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RECITARE: PERCHÉ?
(di Gianni Simeone)
Quante parole si spendono riguardo l'arte della recitazione. Quanti discorsi riguardo le varie pedagogie teatrali. Quante cose al riguardo si presume d'aver compreso. I maestri ci indicano una 'via', ma quanto di queste viene messo in pratica? Stanislavskij, uno dei maggiori maestri teatrali viene spesso studiato e le sue tecniche applicate. Ma si è in grado di soffermarsi veramente per un momento a ciò che vi è dietro a tutto ciò che intende insegnare? O ci si perde nel cosiddetto 'lavoro di scena'? Nell'abitudine del 'recitare? Eppure, tutto il succo del suo insegnamento può essere sintetizzato in questa sua seguente breve frase, semplice all'apparenza, ma profondissima, che ci mette di fronte a noi stessi e a ciò che trasmettiamo agli altri. Anche nella vita.
"L'attore non recita le parole, ma i sentimenti e la parte è fatta non di parole, ma del sottofondo affettivo: è quella la parte nascosta da scoprire dell'attore".
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RIFLETTENDO SU DANTE
(di Gianni Simeone)
Su Dante è stato scritto e detto veramente tanto, eppure non si finisce mai di approfondire la sua opera. Perché Dante non solo è considerato la stella piú brillante dell'intero firmamento poetico universale, ma anche perché nella sua opera sono rappresentati poeticamente tutti gli aspetti del sentire umano fino al divino; perciò, è sempre attualissimo, come ogni vero artista. Ma l'universale di Dante va oltre, e per noi italiani assume (e dovrebbe assumere) un'importanza particolare: egli è considerato il padre dell'Italia e della lingua italiana, il suo 'genio', tanto che da egli dipende tutta la nostra tradizione linguistico-letteraria, ch'egli ha riconnesso agli ascendenti e ai discendenti, rinnovandola ed elevandola sommamente. Riflettiamo, inoltre, come circa il 90% dell'italiano odierno sia già presente in Dante. Con Dante si comprende anche come l'Italia sia una terra che ha un compito universale di portatrice di valori di cultura e di bellezza. Eppure, forse mai come oggi la lingua italiana è stata cosí bistrattata: l'Accademia della Crusca ci avverte, addirittura, di un disinteresse ministeriale verso la lingua italiana, la 'lingua della musica'! Venendo al nostro àmbito, consideriamo quant'importanza e cura nei riguardi della nostra lingua parlata debba avere un attore (la qual cosa vale comunque per tutti!). Per un attore è fondamentale esprimersi curando al massimo la dizione della propria lingua (dalla pronuncia agli aspetti prosodici, espressivi e fonetico-intonativi che la caratterizzano), solo cosí potrà veramente elevare la sua arte fino a farla diventare 'musica viva', affinché essa possa essere portatrice di bellezza, di cultura e di elevazione. 'Ciò che è bello diventa vero'! Ci fa piacere a questo riguardo rammentare anche Giuseppe Verdi: "Bisogna ricordarsi che la voce umana è sí il migliore degli strumenti, ma va anche sposata alla poesia e questa ha bisogno di un'idealità altissima".